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Chiesa

Dalla galleria orientale del chiostro una porta - detta dei "coristi" poichè costituiva l'ingresso in chiesa riservato ai monaci coristi - immette nel luogo più sacro del monastero.

La chiesa, progettata secondo i criteri della spiritualità cistercense e la tipica pianta bernardina, fu iniziata a costruire il 6 maggio 1203, con la benedizione della prima pietra da parte del papa Innocenzo III, e fu consacrata, il 15 settembre 1217, da Onorio III.

L'ambiente è grandioso ma severo, in perfetto accordo con i dettami di povertà e di rigore imposti dagli Statuti dell'Ordine che vietavano, negli edifici monastici, pitture, sculture e inutili ornamenti decorativi che avrebbero distratto i monaci dalla preghiera e dal raccoglimento.

La chiesa è a croce latina, suddivisa in tre navate. Poderosi pilastri compositi scandiscono la navata maggiore in sette campate rettangolari, coperte da volte a crociera con le vele delineate da costoloni; ai pilastri sono addossate lesene semicircolari pensili che terminano alla medesima altezza del pavimento per permettere l'appoggio degli schienali del coro che anticamente occupava buona parte della navata.

Lungo tutto il perimetro della navata maggiore sopra agli archi, corre un cornicione - sormontato da nicchie ceche e da monofore ad arco acuto chiuse da lastre di alabastro - che divide l'alzato in due parti uguali, equilibrando lo slancio verticale dei pilastri.

Il transetto, alto all'incirca quanto la navata maggiore, ne ripete le caratteristiche e termina alle testate con pareti piane e adorne di due monofore e di un rosone. Su ogni braccio si aprono tre piccole cappelle; nelle due che fiancjheggiano l'abside, i paliotti degli altari sono formati da lastre marmoree, decorate con motivi vegetali, forze appartenenti originariamente alla recinzione dell'ambone, rimosso agli inizi del '700.

Al centro del transetto, l'altare è sormontato da una vistosa tribuna in marmi policromi, donata con l'altare a Casamari nel 1711 dal papa Clemente XI.

Nell'abside, che prende luce da finestre ogivali e da un rosone a sei lobi richiusi anch'essi da lastre di alabastro, è stato sistemato il coro in noce dove i monaci si ritrovano, a determinate ore del giorno, per la preghiera comunitaria: opera recente di maestranze artigiane locali (1953), ha sostituito quello settecentesco, che era stato fatto realizzare dall'abate Placido Pezzancheri.

Al centro del coro è stata posta la consolle dell'organo (1940), le cui 1525 canne sono alloggiate all'esterno della chiesa, in una camera realizzata all'angolo sinistro formato dall'abside e dal transetto, con straordinari effetti sonori.

La torre campanaria, che sostituisce quella originaria a cuspide abbattuta da un fulmine nel 1683, s'innalza non sulla campata di incrocio dei due bracci della croce ma - unico esempio in una struttura cistercense - su quella antistante. L'apparente anomalia sembra trovare spiegazione nella simmetria compositiva caratteristica dell'architettura cistercense: il tiburio si eleva, infatti, a una distanza dalla parete dell'abside pari alla larghezza della chiesa e ai due terzi della sua lunghezza.